DISPRASSIA

Home/Attività clinica/DISPRASSIA

Disprassia


La disprassia è un disturbo che riguarda la coordinazione e il movimento e può comportare problemi a livello linguistico, ma può anche influenzare l’apprendimento scolastico. In neurologia si definisce come la difficoltà a compiere gesti coordinati e diretti a un determinato fine. Ad esempio, il paziente può presentare delle difficoltà ad eseguire movimenti fini e complessi, come allacciarsi le stringhe delle scarpe.

La disprassia può essere acquisita (per esempio in seguito ad un danno cerebrale causato da un trauma) o associata ad un ritardo del normale sviluppo neurologico.

È più comune nei maschi rispetto alle femmine e può comportare goffaggine, problemi nell’organizzazione e nella pianificazione del lavoro e nel seguire delle istruzioni.

È spesso associata a problemi di linguaggio, di percezione e di elaborazione del pensiero. Il linguaggio può essere semplificato nella struttura morfo-sintattica ed alterato negli aspetti articolatori e fonologici. Anche la discriminazione acustica è inadeguata e le informazioni apprese vengono utilizzate in maniera stereotipata, con strategie alternative povere e semplici.

Nel bambino disprattico si riscontrano una ridotta capacità di rappresentazione dell’oggetto su cui agire, dell’intera azione e delle sequenze che la compongono, difficoltà di pianificazione, ad avviare i programmi, a prevedere il risultato, a controllare le sequenze e l’intera attività, a verificare e eventualmente correggere il piano d’azione.

Le principali difficoltà possono essere:

  1. allacciarsi le scarpe;
  2. abbottonarsi;
  3. scrivere;
  4. disegnare;
  5. copiare;
  6. assemblare puzzle;
  7. costruire su copia da modelli assegnati;
  8. giochi di pazienza;
  9. costruzioni;
  10. giocare a palla (lanciare e afferrare);
  11. fare attività sportive;
  12. pianificare, produrre o comprendere percorsi;
  13. lettura del tempo e dell’orologio;
  14. facile distraibilità;
  15. scarsa consapevolezza dei pericoli;
  16. errata lettura delle situazioni sociali che lo circondano;
  17. ipersensibilità al contatto fisico;
  18. errate posture e perdita di equilibrio;
  19. nel linguaggio: difficoltà nel mantenere stabile la sequenza di fonemi, sillabe e parole.